Che fine ha fatto il Tempo? Molti se lo chiedono al giorno d’oggi. Io ogni tanto lo cerco agli angoli
delle strade, nei bus, all’università, ma niente da fare. Sembra che il Tempo sia sparito, sciolto,
volatilizzato. Forse si è reso conto che in questo mondo di produzione
-perfettamente-standardizzata-e-iperveloce-senza-possibilità-di-riposo per lui
non c’è spazio. Più velocità, più produzione, dormire meno, vietare l’ozio.
Questo sembra il diktat imposto un po’ ovunque da politici di ogni stampo. Ciò
si deve in gran parte ad una curiosa malattia dell’uomo contemporaneo: l’amore
per il lavoro. Una frenesia cosmica è entrata in tutte le culture occidentali da
tempo, e aleggia come un nuovo Dio che tutti accomuna e che nessuno risparmia (o quasi)..il
lavoro, per l’appunto. “Il lavoro nobilita l’uomo”, si dice. Ma quando mai?! Quando mai
l’alienazione lavorativa o il dovere di spalare la merda altrui sono stati piacevoli?! Tutt’al più sarà il
contrario. La forza dell’uomo riesce a trasformare anche la merda in fiori.
Tornando a noi…
Molte personalità tra cui studiosi marxisti quali Paul Lafargue e poeti nostrani come Andrea Zanzotto, hanno rilevato ed espresso la mancanza di Tempo nella nostra società. E di come la velocità non stia facendo altro che aggiungere catene alle nostre vite, piuttosto che liberaci dalle incombenze.
Riflettere sul Tempo oggi può sembrare anacronistico, un gioco infantile o pseudofilosofico. Ma mai un momento storico è stato tanto buono per parlarne. Pensateci! Vi ricordate di quando eravate bambini?quanto era più bello quando il mondo girava lento? Quando l’ozio era considerato un diritto e non un vizio? Quando era ancora possibile perdersi in lunghe passeggiate in campagna o nei sobborghi della città? Non vi sembra anche a voi che l’uomo sia andato un po’ oltre? Che stia facendo born- out (girare a vuoto)? Che falsi miti quali l’industrialismo spinto, il consumismo, il fast (-food, -dance, -life, -buy..) e tutte le modalità “veloci”stiano facendo diventare l’uomo macchina, proprio perché riducono lo spazio del suo Tempo? E se è così, perché un animale deve rassegnarsi ad essere macchina?La frenesia è dunque un vizio, una virtù o un male da estirpare.
L’uomo senza Tempo è vuoto ed effimero quanto un attaccapanni. E’ incapacità di ragionare, di sognare, di gustare la bellezza della vita. Personalmente considero il Tempo come fondamentale per crescere un individuo sano, libero e pensante. Altrimenti non siamo che ectoplasmi a servizio del ticchettio di un orologio (tiranno pure esso. eheh).
Pensate ad un lavoratore medio. Sveglia alle ore 8. Lavoro. Pausa pranzo di un’ora o giù di lì. Lavoro. Rientro a casa, due ore di pausa. Letto e….riparte il giro.
Ora, senza fare di tutta l’erba un fascio, mi sembra che la situazione della massa sia più o meno questa. E la domanda è: possibile che non riusciamo a ritagliare degli spazi più ampi di Tempo per noi stessi? Per la nostra vita? Per le nostre vere passioni, per stare con gli altri?
Personalmente ritengo sconvolgente queste prospettive sopra enunciate. Correre ansiosamente verso l’ignoto mi sembra sempre strano, soprattutto quando si può camminare. E’ per questo, a mio avviso, che bisogna rovesciare il famoso detto “ Il Tempo è denaro” in “ denaro è il Tempo” e iniziare a lottare per difendere il diritto al proprio Tempo. Se volessimo tradurlo in slogan suonerebbe più o meno come: “smettila di correre, sdraiati e goditi lo spettacolo”.
Non voglio aprire un dibattito sull’industrialismo, sul termine progresso, e su tutti quei meccanismi di velocizzazione che stanno rendendo la vita una corsa contro il Tempo. Perché, per quanto interessanti, la mia analisi verte prima di tutto sulla componente emotiva più che socio-politica. Può forse essere diversamente?
Il Tempo è come l’acqua: indispensabile per vivere. E i popoli poveri di materia ma ricchi di spirito come quelli del Terzo mondo lo sanno bene. Lì è l’uomo che possiede il Tempo, non viceversa. In ogni caso, anche senza andare tanto distanti basta guardare all’Italia di 40 anni fa: povera forse, ma felice e bella (il famoso Belpaese). Quando il Tempo aveva ancora un valore.
Non voglio di certo mitizzare il passato,l’immobilismo o il non-fare-nulla-sempre. Ma la sclerotizzazione e la nevrastenia moderna mi sembrano umanamente insostenibili. Dal punto di vista biologico e dei bio-ritmi prima di tutto.
Forse in tutto questo delirio logico ho perso frammenti di quello che volevo dire, oppure ho enfatizzato troppo certi aspetti e questioni tralasciandone altre. Ma lo spirito con cui ho scritto questo pezzo è di incuriosirvi a diventare “Cercatori del Tempo Perduto”…e interrogarvi sul peso che il Tempo o la sua mancanza ha ormai nelle nostre vite. Inoltre vi esorto a diventare sostenitori del “Diritto al Tempo”. Difenderci dalla Violenta Velocità è il primo passo (rivoluzionario) per riappropriarci del contenuto della parola vita e uomo, nel loro senso più vero e pieno.
Fate con calma, mi raccomando..
“Tutti i mali degli uomini derivano da una sola ragione: non sono capaci di starsene in una camera a riposare.” Pascal
Tommy