BALCONI OBLIQUI OLTRE CANCELLI NEL NULLA

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ispirato a un viaggio vero

 di:  DAFNE ROSSI

 foto di: SEGRETO DI PULCINELLA

Marzo 2014

Prendendo la bicicletta e imboccando la via Prenestina in direzione opposta rispetto al centro della città di Roma, una volta oltrepassato il grande raccordo anulare, la strada si circonda di verdi prati, boschetti e campi incolti.12032014547

Ogni tanto una villetta deturpa il paesaggio, la cui presenza è annunciata da un monumentale cancello che si erge solitario nel nulla, non affiancato nemmeno da un muro di cinta o da una di quelle orribili reti metalliche che sempre più spesso caratterizzano i confini delle proprietà private. Se qualcuno varcasse la soglia del cancello, si ritroverebbe su un vialetto che porta alla suddetta villa e che spunta quasi magicamente tra i prati.

Ma torniamo alla via Prenestina e proseguiamo il nostro viaggio in bicicletta. Dicevamo che il percorso diventa quasi piacevole. Alberi e cespugli si avvicinano sempre più alla strada, gli uccelli cinguettano e svolazzano qua e là alla ricerca di qualcosa da beccare, si possono persino vedere greggi di pecore libere di pascolare. Unica nota dolente: può capitare di trovare corpi di animali spiaccicati sull’asfalto perché travolti dalle auto; in genere si tratta di ricci.

Si ha l’impressione che questa infinita città che allarga a dismisura i suoi confini, sia finalmente finita e che si sia giunti in aperta campagna. Con questa bella sensazione e col cuore colmo della speranza che presto anche il traffico diminuirà, si arriva nei pressi di un bivio: dalla Prenestina partono due strade laterali, larghe ed asfaltate, che però promettono ad un primo sguardo, distese di prati dove poter sedersi per un pic nic e pini ombrosi sotto cui riposare in una bella giornata di sole come guardacaso lo è quella che si è scelta per la passeggiata. Si può quindi decidere, senza un motivo preciso, di imboccare la via a sinistra.

Dopo le prime pedalate, però, si comincia ad avvertire qualcosa di pesante nello stomaco. Mentre ci si chiede cosa mai possa essere successo così di colpo, si alza di nuovo lo sguardo verso il paesaggio intorno. C’è qualcosa che stona. Da lontano sono comparsi improvvisamente degli enormi palazzoni grigi. Via via che ci si avvicina si fanno sempre più fitti e minacciosi, finché non ci si accorge di esserci finiti esattamente in mezzo. Si è arrivati in un centro abitato dove regna decisamente il cemento. Non c’è nessun cartello di benvenuto o un’indicazione, né una rotonda di quelle che si trovano all’ingresso dei paesi.

12032014550Si arriva direttamente su un lungo stradone, ai cui lati scorrono ininterrotte due file di palazzi. Da un lato hanno balconi in cemento con i tubi di scarico dell’acqua pendenti e ben visibili sulla facciata. Danno l’impressione di essere cantieri da finire. Eppure sono completi, funzionanti e abitati.

Dall’altro lato gli edifici formano una linea a zigzag e anche i balconi seguono lo stesso andamento, poiché sono più stretti a un’estremità e si allargano all’altra. Questi balconi hanno la ringhiera, ma solo ai lati, mentre la parte centrale è costituita da una balaustra di cemento che ha tutta l’aria di essere stata attaccata alla bell’e meglio con la colla al resto del balcone.12032014552

Proseguendo sullo stradone si arriva su una via laterale, che porta ad un antico casolare, ormai in rovina, ma l’unico edificio con un certo fascino in tutta l’area. Qui c’è ancora il verde e il cemento non ha preso piede.

12032014556In fondo allo stradone, isolato rispetto a questa specie di quartiere da un enorme prato che odora di camomilla e da una via che immette sull’autostrada Roma- L’Aquila, si estende un centro commerciale. Un edificio immenso, intorno a cui ruota tutta la vita degli abitanti del quartiere.

Circumnavigando il prato e lasciandosi il centro commerciale sulla destra, se anziché andare sull’autostrada si svolta a sinistra, si arriva nella seconda via grossa del quartiere. Poco prima di imboccarla, mentre si gira ancora intorno al prato, si vede un grosso cartellone pubblicitario dell’Easy jet che recita: “Oltre il … “. Viene in mente una vecchia canzone che dice: “A vent’anni la vita è oltre il ponte”. Nel 2014, invece, a vent’anni la vita è oltre il …, se voli con Easy jet. Si può sentire un vago senso di impotenza, al pensiero che qualsiasi aspetto della nostra vita sia stato assorbito e stravolto dalla pubblicità. Così, con il cuore pesante, si arriva in via Francesco Caltagirone “ingegnere e imprenditore, 1900- 1947”. Questa è la via piena di negozi, bar e ristoranti. A questo punto, bisognerebbe parcheggiare la bicicletta, sedersi in un angolo, e riflettere sulla storia di questo luogo.12032014564

Il Francesco Caltagirone della targa è probabilmente il nonno, o comunque un avo, dell’omonimo ingegnere e imprenditore a capo della Caltagirone s.p.a, quello che ha fatto costruire buona parte degli edifici di questo quartiere che porta il nome di Ponte di Nona, e il grosso centro commerciale che va sotto il nome di Roma est. Fa parte di una grande famiglia di ingegneri e architetti che ha fatto grossi affari nel mondo del cemento. Il fratello Leonardo è a capo del gruppo Caltagirone, che ha costruito sul lato esattamente opposto di Roma, il centro commerciale Parco Leonardo, nonché gli edifici anonimi che vi gravitano attorno, i cui inquilini possono godere della sua vista da un lato e della Portuense dall’altro, mentre poco più in là sorgono una zona militare e un Cie, e dietro la superstrada il Tevere porta con sé montagne di plastica. In sostanza, i due fratelli si sono spartiti la periferia di Roma, facendo sorgere in pochissimi anni interi complessi di palazzi dal nulla. Ponte di Nona è infatti nato proprio così, in seguito a un accordo fatto nel 1995 tra istituzioni pubbliche e società private, per cui gruppi di costruttori hanno comprato l’intera area e se la sono divisa: poi ognuno ha costruito sul proprio territorio a piacimento, senza nessuna regola edilizia e nessun rispetto per il paesaggio. Nel 2002 sono iniziati i cantieri e nel 2007 è stato inaugurato il centro commerciale Roma est.

12032014561Un edificio mostruoso che si estende al centro di un enorme prato per 136000 mq. È dotato di 220 negozi e un cinema multisala, comprende tutto ciò di cui gli abitanti di Ponte di Nona possano avere bisogno, dalla spesa allo svago. L’intera vita di chi abita qui ruota attorno al centro commerciale, per alcuni è persino fonte di lavoro, specialmente per chi non abita sulla via Francesco Caltagirone e non ha a disposizione un bar o un alimentari. Chi non vi abita, infatti, non ha facile accesso a questa via e del resto anche il centro commerciale non è raggiungibile a piedi. Ponte di Nona è un luogo dove gli spostamenti possono avvenire solo in macchina. Quelli a piedi non sono previsti. A meno che non siate un amante della bici e non vi fate scoraggiare da frasi del tipo: “Ma chi te la fa fare a pedalare fin qua.”

L’autobus c’è ma è una presenza rara, passa solo da via Francesco Caltagirone e a volte la fermata non è segnalata. Bisogna mettere in moto la fantasia per scoprire che l’autobus si ferma nei pressi di un paletto semiinvisibile nascosto dai cassonetti della raccolta differenziata: sembra invece che si fermi in corrispondenza di un ben più visibile palo sormontato da un cartellone pubblicitario.

L’impressione generale è che Ponte di Nona sia un posto dove le case sono pensate come dei “contenitori” dove “infilare” un maggior numero di persone possibile, solo persone che pagano ovviamente, senza però preoccuparsi di garantire che gli edifici siano solidi e sicuri, che vi siano tutti i servizi essenziali, e soprattutto che vi possano essere ambienti vivibili, al di fuori degli esercizi commerciali, come le piazze o le isole pedonali, dove si creino forme di socialità. I soli luoghi di incontro sono appunto quelli di natura commerciale, dove bisogna solo comprare e consumare, e dove il mondo esterno svanisce e perde d’importanza, così come l’intera vita quotidiana fatta solo di problemi. Dove si può non pensare alle proprie case che cadono a pezzi, ai parchigioco per bambini che mancano, alla carenza di autobus, alle strade non asfaltate e allo squallore generale del quartiere.

In realtà i cittadini non sono del tutto indifferenti ai problemi che li affliggono, e si danno parecchio da fare per portare avanti battaglie, in particolare (ma non solo) contro le tre principali realtà con cui sono costretti a convivere:

  • un pastore che porta le sue greggi a pascolare nell’unica via rimasta ancora “vergine”, quella che i cittadini hanno chiamato via “Mejo de gnente” perché non vi si è mai costruito: gli animali porterebbero malattie e sarebbero la causa della comparsa di topi nelle due scuole materne; inoltre il pastore occuperebbe “abusivamente” un vecchio casolare, considerato luogo di interesse storico e quindi patrimonio culturale;

  • il campo rom in via del Salone, i cui abitanti accendono roghi di immondizia rendendo l’aria irrespirabile e malsana: secondo i Rom sarebbe l’unica soluzione al fatto che la spazzatura non sempre viene ritirata e si accumula in grossi ammassi;

  • un’occupazione abitativa in via Cerruti, mal tollerata perché “abusiva” e che pertanto è stata sgomberata nell’autunno scorso.

I cittadini hanno formato due associazioni, indipendente l’una dall’altra e di carattere diverso, ma entrambe “apolitiche” e “apartitiche” che dialogano con tutte le forze politiche, al fine di risolvere i problemi del quartiere.

12032014558Il Cdq, comitato di quartiere, si occupa soprattutto di problemi legati ai servizi igienico- sanitari o di altro tipo e si scaglia soprattutto contro le tre realtà sopracitate e agisce nel nome della legalità. Il Caop, coordinamento azioni operative Ponte di Nona, si occupa di sicurezza e costituisce ronde notturne e diurne che vigilano sul quartiere.

Da un lato è sicuramente un bene che i cittadini pratichino l’autogestione per risolvere i problemi: considerato che l’istituzione pubblica spesso e volentieri manca e considerato pure che tale istituzione non può nemmeno intervenire troppo in un quartiere totalmente in mano ai privati, dove anche l’acqua è gestita dall’Acea.

D’altra parte è pure vero che le responsabilità non vengono scaricate su chi sta in alto, ma spesso si trovano capri espiatori, come gli zingari o gli occupanti abusivi che non permetterebbero la vivibilità di un quartiere costruito in partenza per non essere vivibile.

Si innesca l’ennesima guerra tra poveri, poveri distinti tra chi “fa sacrifici per aprire un mutuo” e chi non si può nemmeno permettere di fare tali sacrifici o chi, anche se potesse, preferirebbe comunque vivere senza fissa dimora ma dignitosamente.

Non si sta dunque contro le istituzioni, ma spesso al loro fianco, per combattere insieme l’illegalità e l’ingiustizia.

Intanto i problemi restano, i servizi continuano a non essere garantiti, con ottimi guadagni dei signori del cemento, delle società private e delle banche: l’”emergenza abitativa” non viene risolta e chi era già povero in partenza continua a indebitarsi per avere una casa squallida in un quartiere squallido e sempre più periferico.

Fonti:

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www.wikipedia.org/wiki/PontediNona
www.nuovapontedinona.org
www.caltagirone.com
www.romaest.cc/ilcentro.html
www.wikipedia.org/wiki/Francesco_Gaetano_Caltagirone
www.impresacaltagirone.com
www.aceaato2.it
www.colledegliabeti.com
http://www.colledegliabeti.com/wordpress/pecoraro-si-muove-anche-il-cdq-nuova-ponte-di-nona/
http://www.06blog.it/post/7695/via-mejo-de-niente-lironia-toponomastica-romana-a-colle-degli-abeti
http://torri.romatoday.it/ponte-di-nona/nuovo-caop-pirina.html (anche per la foto del simbolo del caop)
http://torri.romatoday.it/ponte-di-nona/acqua-scorie-sull-area-archeologica-foto.html
http://torri.romatoday.it/ponte-di-nona/ater-ponte-di-nona-nuove-infiltrazioni-acqua.html
http://torri.romatoday.it/ponte-di-nona/case-ater-a-pezzi-infiltrazione-pampanini.html
http://torri.romatoday.it/ponte-di-nona/ponte-di-nona-residenti-in-strada-contro-roghi-dolosi-e-occupazione-abusiva.html
http://torri.romatoday.it/ponte-di-nona/reportage-campo-rom-via-di-salone-roghi.html
http://vocialvento.altervista.org/blog/solo-a-roma/ (per la foto di via Mejo de gnente)

 

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