ANARCHIA E ANARCHISMO: un approccio fenomenologico?

husserl

La fenomenologia trascendentale, è la scienza che si occupa di studiare e comprendere i fenomeni – ovvero ciò che accade fenomenicamente – in quanto tali, a partire da quello che il suo iniziatore Edmund Husserl, definiva un “Epoché trascendentale”, ovvero un “ribaltamento epocale” della coscienza, tramite un’ auto-soggettivazione trascendentale, relativamente allo stesso mondo fenomenico, al contesto storico e sociale.

Che permette dunque di comprenderlo e spiegarlo nella sua pienezza, essendo appunto trascendentale rispetto ai fenomeni compresi. Ma al tempo stesso non richiede di essere esso stesso spiegato, essendo la sua acquisizione necessaria e sufficiente a renderlo evidente di per sé stesso, in quanto presupposto ontologico della facoltà e della capacità medesime, di comprendere e di spiegare.

E’ infatti trascendentale, per la fenomenologia, tutto ciò che tende ad infinito. Là dove ciò che tende ad infinito, non può essere ascritto a un campo di trascendenza (non è e non implica cioè l’infinito stesso), giacché si può dire qualcosa di empirico su di esso; ma non può essere ricondotto neanche ad un campo di materialità, non essendo appunto misurabile di grandezze finite.

Per ciò di cui si ha una conoscenza di tipo empirico, la quale non è riducibile ad un esperienza di tipo strettamente materiale, va dunque introdotta un’ ulteriore categoria, e cioè appunto quella di trascendentale.

Dicesi trascendentale, in fenomenologia, tutto ciò che si sperimenta empiricamente poter tendere, o voler tendere, ad infinito.

E’ trascendentale – ad esempio – il campo dei numeri, su cui si basa la scienza matematica. Ma lo è anche quello del linguaggio, almeno umano, là dove le possibili associazioni fra significanti e significai risultano essere, appunto, infinite.

Il teatro, è acquisizione di potenzialmente infinite, diverse identità. E la memoria storica di ogni soggetto storico – almeno da un punto di vista umano – è essa stessa, potenzialmente, infinita.

Dunque il trascendentale, sembrerebbe essere il minimo comun denominatore dei diversi campi di conoscenza umana, e non a caso Husserl sottotitola la sua opera fondamentale “La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale”, con Per un sapere umanistico; ovvero per un sapere che sappia trovare appunto, un minimo comun denominatore fra le varie scienze e conoscenze umane.

Esso potrebbe esserlo dunque, anche relativamente ad un possibile approccio anarchico alla conoscenza, ad esempio per quanto riguarda la fondamentale divisione malatestiana, fra anarchia ed anarchismo.

Sappiamo infatti che uno dei contributi più importanti dati da Errico Malatesta alla teoria ed all’azione anarchica, è stato quello di fare una distinzione ontologica e metodologica, fra l’anarchia e l’anarchismo.

La prima è l’orizzonte verso cui, in divenire, costantemente si tende, senza che lo si possa e lo si debba mai definitivamente raggiungere. Malatesta arriva a definire tale orizzonte in costante divenire, come “metastorico”, in quanto non riconducibile ad alcun reale contesto storico. Proprio per evitare, sia che un contesto di tipo anarchico possa in qualche modo proclamare una “fine della storia”, sia che possa ridursi o snaturarsi in compromessi più o meno inevitabili.

Il secondo, è invece la traduzione dell’orizzonte in divenire dell’anarchia, relativamente al contesto storico specifico in cui esso si trova ad agire. E col quale eventualmente deve, volente o nolente, saper scendere a compromessi.

Solo questa importante distinzione dunque, permette all’anarchismo di potersi relazionare al proprio contesto storico, senza rimanervi in qualche modo impigliato, e potendo sempre potenzialmente superare gli eventuali compromessi necessari, nell’orizzonte metastorico, in costante divenire, dell’anarchia.

malatestaParafrasando la fenomenologia di Husserl, si potrebbe dunque sostenere che l’anarchismo tende all’orizzonte, in questo caso trascendentale, dell’anarchia, così come “l’essere-nel-mondo”, tende all’orizzonte trascendentale, del proprio essere-soggetto.

Dunque la scienza fenomenologica, ci appare come l’approccio di ricerca più adatto, al fine di dare una migliore e più piena veste scientifica, alla soluzione proposta a suo tempo da Errico Malatesta, all’annoso problema della necessità di conciliare l’azione nel presente storico, con il mantenimento dell’indipendenza e della pienezza dei propri orizzonti.

Il “metastorico” attribuito dal grande rivoluzionario all’anarchia, diventa così in questa prospettiva, un più rigoroso “trascendentale”, che libera dunque l’abbozzo teorico malatestiano dalle categorie metafisiche.

Anarchia, è dunque l’orizzonte di superamento (o traslitterazione) delle categorie di potere, e delle rispettive produzioni e dinamiche storiche, in un intorno potenzialmente infinito di vissuti e di sensi/significati.

Anarchismo, è invece la lotta per approssimare quanto più possibile la realtà al divenire costante e irriducibile di questo orizzonte, facendo i conti con quelle stesse dinamiche e categorie di potere, che determinano la realtà medesima, nel contesto storico di riferimento.

 

 

Edoardo

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gruppo pacifista, ecologista, libertario.
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2 risposte a ANARCHIA E ANARCHISMO: un approccio fenomenologico?

  1. Olivier scrive:

    Salve, io e Marco siamo i responsabili del sito letterario “I Miagolatori” (inizialmente chiamato “I miagolatori di via San Gallo” perché frequentavamo un bar, sito in via San Gallo, per la sua prossimità con l’Università fiorentina). I Miagolatori sono un movimento letterario fiorentino (ma non soltanto, ci capita di pronunciare conferenze letterarie anche a Napoli, tanto per fare un esempio) e vogliamo ringraziare il vostro sito di averci inseriti nella lista dei blog amici. Da parte nostra, il nostro manifesto letterario, e se vogliamo ideologico-letterario, è pubblicato sul nostro blog ( http://imiagolatori.wordpress.com ) e ne consigliamo la lettura a tutti e a tutte, a cominciare magari da chi abita e vive a Firenze, anche se è ovvio che la nostra vocazione è di rivolgerci a tutti (il nostro editore è un dottore in sociologia dell’Università francese, il cui lungo e non monolitico percorso si potrebbe definire come vicino a posizioni anarchiche e / o libertarie, nato nel 1951). Sicuramente un dialogo tra i nostri blog è auspicabile, i punti di consenso essendo sicuramente molto più numerosi che quelli di un eventuale dissenso, se ce ne sono, che sarebbe comunque un dissenso costruttivo. Ricordiamo per finire che organizziamo conferenze letterarie (fine maggio e inizio giugno 2016) a Firenze, in particolare sullo scrittore, il grandissimo scrittore (che fu – durante il suo breve percorso, essendo morto a meno di 40 anni – anarchico, comunista, pacifista e bolscevico, e anche bigamo!) Jaroslav Hasek, padre del “bravo soldato Sveik”.
    Con simpatia, Olivier e Marco, tutti i miagolatori e tutte le miagolatrici, miiiiiiiiiiiao !!!

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