F.A.Q.

Che cosa vuol dire “CUSA”?

Molte cose. Puoi scegliere tra “Carlo Umberto Saverio Ascanio”, “Cerco Una Storia d’Amore”, oppure “Cristo Uncinato Sull’Avvenire”. Da una semplice ricerca, risulta anche che quelle di Cusa fossero delle cave nei pressi di Campobello di Mazara in Sicilia, attive fra il 600 ed il 409 a.C. Ad ogni modo, se nessuna di queste opzioni ti ha soddisfatto, puoi stare tranquillo. In quanto CUSA, come tutte le cose, ha il significato le si attribuisce.

Agite in termini di umanesimo anarchico… Questa dicitura cosa vuole aggiungere di nuovo e in che senso la usate?

Innanzitutto bisogna chiarire che noi non vogliamo essere l’umanesimo anarchico inteso come concetto assoluto, di origine controllata e pastorizzata, bensì una sua possibile espressione. Tradotto, non abbiamo alcuna pretesa di monopolio su questo concetto o su questa dicitura.

Detto questo, noi vorremmo superare materialismo, scientismo e determinismo – sui quali si è basato buona parte dell’anarchismo da Bakunin e Kropotkin – a partire da un diverso approccio all’essere umano.

Crediamo infatti che i fenomeni psico-emotivi abbiano bisogno di una conoscenza e di un linguaggio ontologici ed esistenziali. E in una soggettività umana originaria e potenziale non autogiustificata, bensì funzionale alla cooperazione ed alla comunicazione.

Su questa base, ricerchiamo un vitalismo alternativo sia a quello religioso che a quello nichilista, e vogliamo acquisire e sviluppare gli apporti al pensiero ed all’azione anarchici dati dall’anarcopacifismo.

Già, il pacifismo anarchico…ma insomma, questa storia della violenza..non siamo mica preti!..

Proprio perché non lo siamo! Quanta gente conosci che fa più violenza psicologica (e non solo) di un prete?

Comunque sia, riteniamo possibile e necessario arrivare ad una società e ad una vita dove siano superabili non solo guerre, Stati ed eserciti, ma anche la violenza in generale fra le persone. Considerando la violenza come la pratica più intensiva di dominio, ed il mezzo più immediato di conservazione e concentrazione del potere.

Ben consapevoli del fatto che vita e morte, soggetto e oggetto, affermazione e negazione si diversificano ed anche si scontrano; ma che al tempo stesso non c’è vita senza morte, soggetto senza oggetto, affermazione senza negazione; rinnovamento ed equilibrio senza opposti, ecc.

Perciò, siccome crediamo nella corrispondenza fra mezzi e fini, riteniamo che per arrivare a questa vita e a questa società, sia necessario dare centralità allo sviluppo di lotte non violente.

Ma poiché questo sviluppo è tale come processo evolutivo, va sempre considerato negli specifici contesti e momenti storici. Così, noi rifiutiamo la Nonviolenza intesa come comandamento religioso (a-storico per definizione).

Distinguiamo perciò fra uso della forza e pratica della violenza. Distinguiamo anche fra violenza fatta per disperazione, e violenza come metodo di lotta. E in generale – facendo valere punti di vista di reversibilità, distinguendo fra teoremi e corollari, regole ed eccezioni – non vediamo ragioni per cui la violenza debba essere considerata un aspetto centrale, di una rivoluzione anarchica o libertaria.

Ma se agite in termini di umanesimo, allora siete antropocentrici o specisti?

No, perché la soggettività umana è per noi evolutiva, e non pone perciò la specie in una posizione di superiorità rispetto alle altre, né di preminenza ontologica sulla realtà.
Difatti crediamo che lo specismo e l’antropocentrismo (quindi il tecnicismo e il classicismo, la retorica, ecc.), derivino da sedimentazioni antropologiche di tipo teista o religioso, e/o da loro distillati di pensiero. Il che include anche la “religione scientifica” dello scientismo, o il culto dell’Uomo e della Ragione di ogni umanesimo classico, paradigmi di fatto impossibili in qualsiasi vera anarchia.


Al contrario il nostro approccio non solo vuole recuperare un senso alla conoscenza scientifica, ma vuole essere appunto un approccio vitalistico (o evoluzionistico che dir si preferisca). Ed è quindi perfettamente consapevole della necessità di rispettare le altre specie, e tutto un ecosistema.

E in che rapporti siete con altre realtà che parlano di umanesimo, o con l’umanesimo storico?

La nostra casa è il movimento anarchico, e la nostra è una possibile variante di questo movimento. Tuttavia, poiché riconosciamo a questo movimento anche dei limiti storici, siamo aperti anche ad influenze esterne rispetto alla sua tradizione “classica”.

Al contrario, la nostra è la ricerca di un umanesimo spogliato di qualsiasi forma di antropocentrismo. E non presenta dunque alcun tipo di continuità, almeno organica, con altri fenomeni storici che si sono definiti tali, o lo sono stati solo attraverso catalogazioni successive.

Per quale motivo la vostra bandiera è arancio-nera?

Trattasi di un incontro cromatico fra il “tradizionale” rosso-nero, ed il bianco-nero del pacifismo anarchico. Manteniamo una striscia rossa obliqua divisoria, per non perdere il richiamo alla passionalità originaria di tutti i movimenti socialisti.

D’accordo ragazzi/ze, come possiamo agire insieme?

Ognuno/a può liberamente relazionarsi a CUSA nella misura in cui vuole, ed in cui si senta vicino/a ai contenuti di fondo espressi dai nostri testi base (vedi categoria “About”). Si va dalla possibilità di rimanere aggiornati sulle iniziative a quella di scrivere sul blog a tema libero. Fino a quella di attivarsi direttamente sul proprio territorio diffondendo materiale, partecipando ad iniziative locali, organizzandone, creando singoli gruppi specifici. Il tutto in maniera rigorosamente autofinanziata ed autogestita.

Viceversa, CUSA si relaziona o meno a tutti/e nella misura in cui può condividere delle finalità, ed i mezzi per arrivare a raggiungerle.

Chi si attiva direttamente ha ovviamente piena facoltà propositiva e decisionale, sui contenuti e sulle azioni che riguardano l’insieme specifico con cui agisce, e/o quello generale; i/le quali devono essere sempre condivisi/e. A tal fine ci incontriamo di persona per quanto ci è possibile. Altrimenti ci coordiniamo tramite web o altri mezzi di comunicazione. In ogni caso, la responsabilità di ogni azione ricade sempre prima di tutto sui singoli soggetti, individuali o sociali, che la agiscono.

Inoltre per quel che ci riguarda, i contenuti che proponiamo possono benissimo essere espressi e sviluppati anche al di fuori di noi. CUSA in generale non vuole formalismi. L’importante è che da parte di tutti/e, ci sia sempre la piena libertà di associarsi o di non associarsi.

No ragazzi, non ci siamo proprio. Secondo me siete solo dei pippaculo esaltati..

Non ne faremo un problema in sé, il Mondo è bello anche perché è vario. CUSA è consapevole del fatto che ogni verità ha la sua relatività e che il suo approccio, come ogni altro, può avere i suoi limiti. Oltre al fatto che le persone reali che ne fanno o ne faranno parte, possono avere i propri limiti anche rispetto al suo approccio stesso.

Perciò non ha la pretesa di essere l’avanguardia del post-anarchismo o dei libertari del terzo millennio. Ad ogni modo sa anche accettare le negazioni che le piacciono (e rispedire al mittente quelle che non le piacciono), e le critiche che trova interessanti.