CAOS a Roma, ovvero la ciclofficina per le strade

 

70.Quell’idea aveva preso forma tanti anni prima, ad una di quelle cene in cui si beve abbondante vino rosso, ma non ci si ubriaca mai abbastanza da scordarsi le cose il giorno dopo. Era un periodo in cui le idee, anche quelle più strambe, appena espresse a voce alta, prendevano forma e poi diventavano realtà.

Vuoi per le difficoltà della vita, vuoi per la sempre crescente repressione di ogni forma di creatività individuale, molte idee non vennero mai realizzate, ma restarono in qualche anfratto della mente per anni. Una di quelle venne fuori molto tempo dopo, quando qualcuno tra quelli che l’avevano pensata, andò ad aprire un vecchio cassetto nascosto in qualche oscuro angolo della memoria.

Fu così che un po’ per gioco, un po’ per voglia di creare nuove forme di proteste metropolitane, in una notte di prima estate, ai giardinetti, tra una birra e l’altra, quell’idea prese forma, consistenza e poi si realizzò.

Ecco, è pressapoco in questo modo che siamo finiti qua a San Lorenzo, in una settimana di fine giugno, con una bicicletta da carico, una specie di robot trasportatore con addosso gli attrezzi più svariati che poi diventa all’occorrenza un’officina per biciclette completa da piazzare in qualsiasi luogo possa servire. In sostanza, è pressapoco così che è nato il CAOS, alias, Ciclofficina aperta ovunque serva.

Il CAOS non fa riferimento a nessuna struttura organizzativa stabilita, è un insieme di persone singole che hanno deciso di portare la ciclofficina in piazza e nelle strade, allo scopo non soltanto di sensibilizzare la gente all’uso della bicicletta, ma anche rivendicare un diverso tipo di mobilità urbana e un modo più sostenibile di vivere la città in cui anche i più piccoli spazi sono ormai completamente invasi dalle automobili.

È così che in questi tre giorni ci siamo appoggiati alla festa del Grande Cocomero, l’associazione con sede a San Lorenzo, che si occupa insieme all’istituto di neuropsichiatria infantile di ragazzi e ragazze con problemi mentali, e che a questo proposito ha organizzato in piazza una festa all’insegna di musica, teatro e poesia realizzati anche insieme ai giovani sopracitati. Un modo non solo di tenersi attivamente impegnati in qualcosa di socialmente utile, ma anche di far rivivere una piazza in cui la fanno sempre più da padroni spacciatori di droga che si accoltellano tra loro, gente che si ubriaca fino a finire stesa per terra senza vita, gruppetti politici che si scannano ogni volta che poco poco gli equilibri di potere nel quartiere rischiano di perdersi.

Ci è sembrato il posto ideale dove iniziare con la ciclofficina itinerante. Se siete passati da lì avrete sicuramente visto il nostro robot da carico, i tavolini con gli attrezzi e con i borsellini e gli orecchini costruiti con camere d’aria e pezzi di bicicletta, che servono a finanziare il nostro progetto. Avrete visto sicuramente anche il salottino confortevole in cui si è svolta la nostra riunione. Qualcuno vi racconterà che quel salottino era soltanto disegnato sul pavimento coi gessetti. Non lo ascoltate. Se vi ha detto così era per invidia. Lui non ci sarebbe mai riuscito a farlo diventare reale.

Il Caos

 

Informazioni su CUSA - umanesimoAnarchico

gruppo pacifista, ecologista, libertario.
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