15 marzo: superiamo la legalità?

FotoIl fatto che vi siano delle leggi che regolano la nostra vita, ci porta a non giudicare più con la nostra testa ciò che è “giusto” e ciò che è “sbagliato” (premesso sempre che tali concetti vanno sempre relativizzati e mai assolutizzati).

Non siamo più in grado di capire le conseguenze reali di un’azione o di un comportamento, al di là del fatto se tale azione o comportamento siano ritenuti scorretti o meno di fronte alla legge.

Per fare un esempio, se passare col rosso è illegale, chiunque lo faccia sarà visto come un criminale, anche nel caso che si fermi parecchi minuti ad aspettare il verde su una strada completamente deserta.

Viceversa, se un autista investe un pedone che attraversa la strada dove non ci sono strisce pedonali, la responsabilità sarà del pedone, anche se l’autista correva a 100 all’ora come se fosse stato su un’autostrada e anche se nel raggio di diversi metri non c’era l’ombra di una striscia pedonale.

Non solo.

A lungo andare ci siamo convinti che è dal non rispettare le leggi più semplici che nasce la cosiddetta criminalità. Ci sentiamo spesso dire: “Si comincia col non pagare il biglietto dell’autobus e si finisce con l’evadere il fisco per migliaia di euro”.

E allora sotto con le morali cristiane, il rispetto delle istituzioni, i valori, la famiglia, etc…

Di conseguenza diventa giusto anche venire costantemente controllati, poiché, secondo questo ragionamento, in ognuno di noi si nasconde un potenziale criminale. Tanto se non abbiamo fatto nulla, non avremo niente da nascondere e la giustizia ce lo riconoscerà.

Ciò che non abbiamo capito è che il controllo continuo al quale siamo sottoposti non ha lo scopo di prevenire eventuali atti criminosi, semmai di assicurare che ai piani alti della politica i veri “criminali” agiscano indisturbati e alla luce del sole.

Trovare un capro espiatorio su cui scaricare le colpe della “decadenza della civiltà”, dello “sgretolamento dei costumi”, della “crisi”, serve a far passare inosservato ciò che avviene regolarmente ai vertici del potere e che ricade poi sulle nostre teste.

Così, i grossi interessi economici che girano intorno a un’opera inutile e dannosa per l’ambiente e per le persone, vengono mascherati dal fatto che alcuni “teppisti” boicottino continuamente i cantieri per la realizzazione di quest’opera costituendo un ostacolo al progredire dell’economia e all’unità tra i paesi europei.

Allo stesso modo, se un nutrito gruppo di attivisti sfonda le reti di una base americana, chiedendo la liberazione del proprio territorio da quella che è una vera e propria invasione, ecco che molto banalmente queste persone vengono accusate di “violazione di domicilio”.

Se una persona si rifiuta di pagare il biglietto sull’autobus per non finanziare di tasca propria un servizio che, oltre ad essere sempre meno pubblico, diventa sempre più scadente poiché i soldi a disposizione sono dirottati in investimenti inutili e costosi, costui diventa di colpo un truffatore nei confronti dello stato, nonché nei confronti degli altri “onesti cittadini” che acquistano regolarmente il biglietto.

E così via, di esempi se ne potrebbero citare a volontà.

Perciò ci limitiamo a concludere dicendo ancora una volta:

 

Superiamo la legalità?

Rifiutiamo il controllo sociale.

 

 

CUSA

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gruppo pacifista, ecologista, libertario.
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