Analisi del modo di vivere nel sistema capitalista (già pubblicato il 16/06/11 su cusa.splinder.com)

Il sistema capitalista con i suoi ritmi vorticosi riduce le facoltà mentali, il continuo assillo del pensiero della sopravvivenza indebolisce il fisico creando tutto un circolo vizioso che crea profitti alle avide case farmaceutiche. Si potrebbe vivere benissimo senza farmaci, non ci avete mai pensato? Il bisogno dei farmaci è indotto, non a caso ci martellano con le pubblicità cercando di convincerci che ne abbiamo bisogno. Il fatto è che abbiamo perso il rapporto con noi stessi. Come tantissime altre cose. Anche a rischio di sembrare ripetitivo, dico che stiamo subendo una specie di lavaggio del cervello e le conseguenze sono il processo di alienazione che ogni giorno vediamo nelle persone. Come possiamo frenare questo processo? Nella maniera più semplice, riscoprendo noi stessi, prendendoci delle libertà che non crediamo di avere perchè ci hanno disabituato a riflettere, non accettare il concetto di delega delle decisioni, noi siamo gli unici artefici di noi stessi e come tali possiamo prenderci la briga di prendere noi le decisioni che reputiamo importanti e salienti. Voi direte tutto questo è inutile, non è vero se ogni singola persona comincia questo percorso alla fine saremo in tanti e il numero aumenterà sempre di più perché, parliamo chiaramente, ognuno di voi è stufo di subire in silenzio. Allora amici miei che avete la pazienza di leggere i miei articoli, uniamoci uniamoci e ripeto ancora uniamoci, affinchè si possa cambiare con i fatti e non con le parole. La mentalità è come un ammasso informe di creta, lo possiamo plasmare nella maniera migliore.

Ad una sacca considerevole di popolazione viene esclusa la possibilità di arrivare al banchetto del consumo, diverse persone scelgono, o la vita glielo impone, uno stile ai margini.

Le stazioni sono la cartina di tornasole della condizione sociale.

Il buonismo nelle strutture di accoglienza rende rigido l’atteggiamento e impone regole alienanti, se non vengono rispettate l’alternativa è dormire in un treno fermo la notte.

Non è solo con l’adesione a un referendum che le cose migliorano, il referendum è stato un punto di inizio della presa di coscienza della situazione, risvegliati da un secolare sonno letargico.

Sulla linea della consapevolezza bisogna continuare, aderire a un pensiero che tende al miglioramento delle condizioni sia umane che sociali, guardiamoci intorno, non chiudiamo tutti e due gli occhi.

Recentemente il Ministro Brunetta ha dichiarato che noi precari siamo la peggiore Italia, la risposta spontanea è siete la peggior classe politica nella storia del nostro martoriato paese. La classe politica gode di un privilegio che non dovrebbe assolutamente esistere: la delega su decisioni che spettano a noi tutti, non è demagogia è la realtà, un po’ come se noi chiedessimo a uno sconosciuto di andare a pagare le nostre bollette. L’indifferenza causa la stasi e la stasi si nutre del malcontento per poter dare spazio a figure egocentriche che unificano tutto sulle loro sporche e insanguinate mani.

I dittatori sono al potere perchè si nutrono di paura, indecisione e lassismo, le dittature si mantengono sulle menzogne, è ora di dir la verità!

Vostro Francesco  

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gruppo pacifista, ecologista, libertario.
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