In che cosa consiste l’identità europea?
Nei valori di pace, fratellanza, diritto e libertà di cui si bagnano la bocca i sostenitori della così detta Comunità Europea, nata proprio sessant’anni fa qui a Roma?
Ma i valori, quando sono veramente tali, non dovrebbero essere universali e trasversali alle diverse culture, piuttosto che costitutivi di una specifica identità rispetto ad un’altra?
L’Europa è un soggetto storico-geografico attraversato nei secoli da crogioli di etnie, lingue, culture e religioni, che si sono alternati/e continuamente fra guerre e rivoluzioni, progresso ed oscurantismo, accoglienza e sbarramento.
Oggi non meno di ieri, in cui si trova a rivestire il ruolo di alfiere mediterraneo di un Occidente assediato ad ogni lato, dai fantasmi che esso stesso ha generato.
Comunità Europea, Unione Europea, Europa d Maastricht e dell’Euro, Banca Europea, Parlamento Europeo. Altro non sono che espressioni istituzionali di quei gruppi di interesse e di potere che fin dalla ricostruzione successiva alla Seconda Guerra Mondiale, vollero costruire uno spazio di libero commercio e circolazione di capitali, in grado di tenere banco agli Stati Uniti senza esserne rivali. Ed anzi garantendo ed ampliando i circuiti di dominio globale degli Stati democratici e dei sistemi economici capitalisti.
L’identità europea, alla quale si rifanno i sostenitori della supremazia occidentale, ma in chiave di alternativa democratica anche diverse forze politiche e sociali di sinistra, altro non è che la costruzione identitaria che i suddetti gruppi ed interessi di potere vorrebbero operare per legittimare il proprio dominio, e della quale sono riusciti a convincere ancora una volta milioni di esseri umani.
Ma l’Europa è storicamente tutto tranne che un qualcosa di omogeneo, oggi soprattutto in cui è uno scenario sempre più cosmopolita, figlio illegittimo della propria stessa globalizzazione dei mercati. Diritti e valori umani sono universali, concetti come “democrazia” non sono assoluti e indiscutibili come si vorrebbe far credere, ed ogni vero essere umano è cittadino del mondo.
O questo soggetto storico-geografico di nome Europa, si aprirà definitivamente all’accoglienza ed all’incontro fra diverse culture, etnie, comunità, fuori e contro i sistemi di potere che vorrebbero uniformarle, e le loro istituzioni e categorie concettuali. Oppure qualsiasi azione – più o meno rivoluzionaria, sociale o progressista – fatta in nome dell’Europa, sarà fatta in nome di quegli stessi gruppi di interesse che oggi dominano un mondo fatto di guerre, terrorismi, sfruttamento di persone, lavoro, risorse, disuguaglianze e decadenza culturale.
CUSA