Assassinato. Hanno assassinato Vittorio Arrigoni. Non si capisce ancora chi sia stato: il Mossad, qualche gruppo dell’ultraradicalismo islamico o (ex)componenti di Hamas. O chissà chi altro. Ancora non è chiaro, e forse mai lo sarà. L’importante è trovare dei colpevoli da dare in pasto alla sete di giustizia (che spesso diventa vendetta). Come se questo potesse riportare in vita Vik, rimuovere le cause che hanno portato alla sua uccisione..
Che rabbia cazzo. Nel nodo gordiano che lega la lotta per il potere, i biechi interessi particolaristici di gruppi politici e la truce violenza quotidiana, Vittorio era nel punto sbagliato al momento sbagliato. Del resto lui aveva deciso di esserci sempre e comunque, per manifestare la sofferenza del popolo palestinese e l’ingiustizia che da decenni affligge il martoriato territorio della Striscia di Gaza. Lui che senza mezzi termini denunciava dal suo blog le nefandezze di un ambiente infame, che voleva a tutti i costi rivoltare come un calzino. Parteggiava Vittorio, sì. Stava con i più deboli, con i poveri, i senzasperanza. E poco tempo fa aveva sottoscritto l’appello dei Gaza youth Breaks Out. Un inno alla rivolta. Per una vita diversa. Migliore.
Non lo consideriamo un eroe. Questa parola non ci piace, rende quasi irraggiungibili le sue nobili gesta. Invece per noi Vittorio è un esempio, un simbolo da cui trarre quotidianamente energia, rabbia, sogni. Una persona con due palle così, coerente e stoica. Che non scorderemo.
Vik è stato assassinato. Ma la sua Utopia no.
Ciao Vittorio. Un abbraccio.
CUSA
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“Un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare.”