La guerra non è genetica. La dichiarazione di Siviglia sulla violenza (già pubblicato lo 05/10/10 su cusa.splinder.com)

Talvolta in rete, può capitare di imbattersi in documenti interessanti.

Uno di questi mi sembra essere la “Dichiarazione di Siviglia” del 1991 (un po’ datato in effetti..). Un testo in cui una serie di scienziati afferenti a diverse discipline, tra cui sociologia, psicologia, eologia,etc, smentisce la scientificità del rapporto tra biologia e guerra. O meglio cerca di fare chiarezza.

Nell’immaginario collettivo, spesso frutto di ignoranza e stereotipi bislacchi, si crede tra l’altro che la guerra e la violenza siano componenti naturali dell’ agire umano, in quanto derivano dalla genetica. Niente di più falso affermano questi scienziati. Che articolano la loro risposta, suffragata da esperimenti (condotti anche tramite la vivisezione o la stimolazione elettrica….e qui ci sarebbero diverse parentesi da aprire in merito all’etica e la validità di questa scelta. Qui trovate ad esempio un’opinione condivisibile o meno, di uno psichiatra probabilmente anti-vivisezione: http://www.novivisezione.org/info/siviglia_vivisezione.htm ) di varia natura.

Nel primo punto, gli scienziati sostengono che la guerra sia una peculiarità dell’uomo e non degli animali. Sebbene essi si scontrino in determinati casi infatti, non portano mai il conflitto ad un carattere istituzionale, non utilizzano armi e non lo programmano. Cosa che invece l’uomo ha iniziato a fare. Da ciò si desume, che la guerra la si può fare. Non, si deve fare.

 Guerra

Nel secondo punto, viene contestata l’idea per cui i nostri geni determinano in maniera totale il nostro agire, ingabbiandoci di fatto in schemi comportamentali che sfuggono al nostro controllo in quanto iscritti nella genetica. Gli esperti affermano invece, che per quanto sia vero che la genetica determina i nostri comportamenti, c’è da considerare il ruolo fondamentale dell’ambiente sociale ed ecologico (e perché non culturale economico, mi permetto di aggiungere) in cui vive un uomo.

Il che francamente mi pare anche comprensibile senza chissà quali esperimenti…un cane che viene continuamente bastonato e a cui viene impedito di mangiare, tenderà a divenire più aggressivo di un cane curato amorevolmente dal proprio padrone. Non è forse lo stesso per l’uomo?

Al terzo punto, a finire sul banco degli imputati è l’antica credenza della sfida-concorrenza. Gli scienziati sostengono a tal proposito, che sia sempre stata data troppa importanza al concetto di sfida rispetto al concetto di cooperazione. Aggressività e cooperazione hanno (avuto) cioè, entrambe un ruolo importante nella vita dell’evoluzione che lega l’animale all’uomo.

Il quarto punto riguarda lo studio sul cervello, e comportamenti e schemi cognitivi annessi.

Secondo gli esperimenti, “è scientificamente scorretto dire che gli esseri umani hanno un cervello violento. Mache il nostro modo di agire dipende dal modo in cui siamo stati condizionati e socializzati”.

Il quinto punto invece sancisce la distanza e differenza tra l’istinto e i fattori cognitivi. Iscrivendo ai primi una maggiore capacità di stimolare l’aggressività umana e ai secondi, la capacità di annullarla. E dunque qui ritorna prepotentemente la distinzione animale-uomo. In quanto, come si può ben vedere dalle guerre moderne, solo l’uomo utilizza la sua razionalità (manipolazione politica e mediatica, organizzazione logistica, formazione del personale militare,etc.) per fare guerra.

L’animale non pensa ad una guerra (lungo termine), l’uomo si. Quindi non si può trattare di aggressività. Perlomeno, non solo, anzi.

Certo. Il documento è molto vecchio, e in questi vent’anni molte cose sono cambiate. Quindi sono informazioni da prendere con le pinze, perché c’è il rischio che non siano più valide. Però, la commistione scienziati e militanti pacifisti (per dire una categoria, ma si potrebbe far riferimento a qualsiasi attore sociale) è un dato estremamente interessante. In quanto da delle basi scientifiche (?) a quelle che altrimenti sembrano le solite idee romantiche e utopistiche di gruppo di sfaccendati perditempo. Insomma, se la scienza incontra la politica (di un certo tipo), credo che si potrebbero trarre enormi benefici. Non credete pure voi?

condividete il vostro pensiero se vi va. Che più si discute, più si capisce..forse 🙂

 Max Ward

 

link: http://www.istc.cnr.it/seville/dichsev.htm

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gruppo pacifista, ecologista, libertario.
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